"Canzoni tristi per cuori allegri" di Fabio Atzeni - Cenacolo di Ares

Autobiografia a tratti ironica, spesso introspettiva, trapuntata di aneddoti e vicende rocambolesche al limite del surreale.

L’autore si racconta, fin da prima della sua infanzia, passando per sogni, traumi, aspirazioni, amori, dolori, successi e follie, coraggio e fobie, alla costante ricerca di una nuova direzione, senza mai abbandonare il binario che l’ha guidato e condotto lontano da casa: la “Musica”.

La musica e le donne che, ognuna a modo suo, hanno lasciato un segno o deviato la sua traiettoria.

Racconta il suo rapporto con “l’unico amore da cui non sarei mai guarito” e il conflitto con esso e con tutto ciò che ha fatto per sedurlo e farsi sedurre, fino alla rottura col mondo dell’arte e della cultura, laddove riscopriva il mondo agrario e le sue radici nella amata campagna guspinese, lì dove i suoi avi avevano dato la vita per le loro famiglie e avevano appreso e trasmesso l’antica arte di “allevare pecore e fare formaggio”.

E ancora la fuga da una relazione pericolosa fino all’incontro più speciale di tutti, quello con sua moglie, e la scoperta di un amore totale che ti cambia la vita.

Poi ancora una rinascita, fare pace con la musica e con quella parte di sé per cui ha sempre saputo di essere nato. Rimettersi in gioco come fonico e come musicista, aggiungendo un nuovo modo per lasciare una traccia del suo passaggio fra gli uomini: la scrittura.

Un racconto onesto, intimo, senza vanità, senza la pretesa di convincere nessuno, solo la pura verità, nuda, “senza mutande”, senza paura di giudizi indiscreti.

La sua versione intima e profonda della verità.