"Qualcosa di irrilevante" di Daniela Pettinau
Prefazione di Gianni Filippini
LA SOFFERTA MEMORIA D’INTERIORI TORMENTI
È inutile girarci attorno: la sensibilità è un problema. Non averne – ipotesi terribile – sa di morte psicologica. Se è troppa impone spesso prezzi pesanti. E allora quanta? Dove sta il punto di equilibrio?
Un forte stimolo a riflettere su questi interrogativi mi è venuto dalla lettura di questo interessante scritto in cui la sensibilità dell’autrice ha un ruolo importante: secondo me, è la chiave per capire e apprezzare quanto merita un’opera davvero coinvolgente.
Credevo di conoscere Daniela Pettinau. Ero amico della mamma, Aurora Lai, attrice colta e di ricca esperienza, storica e ammirata “voce” di Radio Sardegna, con la quale ho avuto il privilegio di collaborare in trasmissioni e rubriche radiofoniche come autore di testi che leggeva e interpretava in modo impareggiabile. Mi sbagliavo. Anche se nella maturità ha mantenuto – pur con le ovvie variazioni – le caratteristiche della ragazzina vivace e simpatica dei miei ricordi, Daniela è un’altra. Da adulta ha una ricchezza speciale che prescinde dal lato anagrafico e dalla conseguente crescita psicofisica. È una ricchezza fatta di acuta intelligenza, vasta cultura e, appunto, una straordinaria sensibilità. Una sensibilità che la fa forte e vulnerabile allo stesso tempo sollecitandole passionale emotività, generosi slanci affettivi e accesi rifiuti.
Ho scoperto Daniela Pettinau (ovviamente nuova per me che non la frequento) leggendo e rileggendo, nelle righe e fra le righe, quanto di se stessa ha deciso di rivelare in queste pagine proposte come schiettamente autobiografiche, in questo davvero notevole striptease della sua anima irrequieta e – in particolare – della sofferta memoria di tanti tormenti interiori.
Daniela Pettinau – che dedica impegno e professionalità alla stessa attività della madre – ha molte doti. Con l’intelligenza fa spicco, ripeto, un’acuta sensibilità che ne governa umore, gioie, delusioni, affetti, insofferenze, amori, speranze, dolori, condivisioni e rabbie. E che in sostanza, è la vera protagonista della sua ammirevole opera narrativa.
Sono racconti brevi, efficaci, incisivi e di grande intensità. Sono i grani scottanti del personale rosario esistenziale. La scrittrice li propone in un’avvincente sequenza esaltata dal nitore formale ad alta valenza letteraria anche per il profondo significato di fulminee metafore e brucianti paradossi, lampi di originalità, segnali forti di palesi o sottintese confessioni e denunce. Con rapidi richiami a personali esperienze ricostruiscono – tessere di eccezionale forza evocativa dell’intimo mosaico – la vita dell’autrice, i rapporti in famiglia e oltre. In particolare, con alcune persone che per ragioni diverse, positive o negative, tra passato e attualità, hanno presenza e ruoli importanti. La scrittura agile e asciutta ne illumina che il più nascosto valore di momenti, spesso non facili, di una movimentata vita interiore. Ed è proprio il livello elevato a mettere la narrazione al riparo dal banale interrogativo che pretendesse di stabilire quanto c’è di reale o fantasioso, di verità vissuta o immaginata. Personalmente ho letto il libro come una autobiografia certamente anomala e parziale ma sincera.
Comunque l’eventuale alternativa nulla sottrarrebbe al mio aperto consenso, al mio applauso convinto.
Vicende, situazioni, persone e luoghi sono evocati con decise pennellate che però non completano il quadro: in generale, la fisicità è affidata all’immaginazione di ogni singolo lettore. Alla scrittrice – par di capire – interessa soltanto rivelare ciò che hanno rappresentato – o rappresentano – per lei, le emozioni o i fastidi che le hanno suscitato. E di certo è consapevole che il poco che in un’ottica soggettiva racconta degli altri finisce per essere il molto del personale ritratto intellettuale e psicologico più o meno volutamente proposto al lettore. Il libro è molto interessante anche perché molto interessante è la complessa personalità dell’autrice. Splendida, in chiusura, una pirotecnica serie di “Voglio essere…”. Per esempio “una foglia portata lontana dal vento”; “un secchio dimenticato nel sottoscala”; “una tazza sbreccata, un chiodo arrugginito, un muro scrostato, una tela impolverata e mai finita, un cono senza gelato…”.
La Daniela Pettinau che si affaccia dalle pagine di questo suo bel libro è intellettualmente una ribelle, un’anarchica. Non sopporta certe regole sociali dettate dal perbenismo ipocrita, è allergica ai luoghi comuni, dal vocabolario non cancella alcun termine, su questo vivere fa spesso prevalere – anche rischiando di farsi del male – le sfide, i giudizi taglienti, il gioco azzardato delle volute o incontrollate contraddizioni. A parole – in concreto non so – sa dare carezze molto dolci e schiaffi che sono colpi di frusta. Tutto è esposto un un’abile gestione dei meccanismi narrativi, dal ritmo serrato alla fluida comunicazione. E persino quel tanto di suspense – spontanea, non costruita a tavolino – che contribuisce a catturare attenzione e interesse del lettore. Molte e fondate ragioni, dunque, per considerare notevole questo originale e intenso racconto di una vita particolare.
Gianni Filippini
"Qualcosa di irrilevante" di Daniela Pettinau
Equilibri
Anno di pubblicazione 2021
Titolo: Qualcosa di irrilevante
Autrice: Daniela Pettinau
Copertina Morbida - 82 pagine b/n
Prezzo: Euro 10
ISBN 9781300425571
DISPONIBILE
Titolo: Qualcosa di irrilevante
Autrice: Daniela Pettinau
Copertina Morbida - 82 pagine b/n
Prezzo: Euro 10
ISBN 9781300425571
DISPONIBILE
10.00 €
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